“Pinterest è il catalogo mondiale delle idee. Cerca e salva ricette, consigli per genitori, idee di stile e altre idee da provare”
Sulla home page del noto canale di condivisione foto, questo è ciò che lessi la prima volta che entrai a sbirciare, dopo averne sentito parlare in un noto gruppo di feltro. Avevo saputo, appunto, che molti cartamodelli provenivano da tale fonte e decisi di affacciarmi a questa finestra virtuale restandone incantata
Era il settembre del 2015, e mi stavo avvicinando al cucito creativo per realizzare un quiet book sensoriale per i miei bambini.
In seguito arrivarono il gruppo Facebook e la mia pagina personale. Ma Pinterest era sempre li, a dare ottimi suggerimenti creativi e chiedere di recensirne di quelli provati. Dopo mesi e mesi di lavoro, anche io creai la mia bacheca e per la prima volta commentai un’ idea seguita:

Pinterest, quindi:
“catalogo mondiale delle idee”
“… altre idee da provare”
Ricordiamocelo. Ne riparleremo.
Quello che non sapevo però, era l’immensa confusione, invidia, gelosia e cattiveria che si cela dietro ogni punto festone. Anche il più bello. Come le rose hanno le spine, ogni fiocco nascita ha la sua segnalazione per violazione del “copyright”.
All’inizio andavo molto in confusione con questi macchinosi comportamenti da tenere:
copiare creazione = plagio = segnalazione a facebook = rimozione foto e profilo bloccato.
Ma mi è bastato creare il gruppo di supporto principianti per scoprire il mondo sommerso della guerra dei feltri. Conoscendo centinaia di persone e di pagine creative, tutto a poco a poco si faceva più chiaro:
Io copio da te, DEBBO CITARTI IN PAGINA
Tu copi da me, DEVI CITARMI IN PAGINA
Oltre ad una valanga di “ispirata da” che altro non è ,che la copia sputata di una creazione, a sua volta copiata da un’altra e così via.
Ultimamente poi, si è passati dal citarsi per una creazione intera (il che avrebbe anche senso se l’ ispirazione fosse genuina e non la copia di un’altra già esistente) alla citazione per un microscopico particolare che se non citato si sarebbe perso nei punti filza dell’ orsetto blu.
Ma dal discorso Pinterest come siamo arrivati a parlare di citazioni?
Perchè molte idee ivi trovate sono state effettivamente “provate” (come lo stesso social suggerisce di fare) ed il risultato è stato in seguito fotografato e condiviso sul proprio profilo facebook, Instagram o Pinterest stesso, creando magari una bacheca di immagini alla libera visione di tutti.
PROPRIE IMMAGINI.
Ricordiamocelo.
(e qui a bannarmi per plagio serio e vero è Lucarelli!!!)
Ma queste foto sono state fatte rimuovere dai social, perché segnalate quali “violazione del copyright” (ossia: inserimento non autorizzato di foto che NON ci appartengono in un contesto che l’autore dello scatto non ha autorizzato). Generalmente le foto protette da “copyright” hanno una filigrana indicante il divieto alla divulgazione dell’immagine ma se anche non ne avessero è risaputo che fotografie facenti parte di pagine social, blog, siti internet sono automaticamente protette dal copyright.
Nel NOSTRO CASO di CREAZIONI IN FELTRO E PANNOLENCI ci si riferisce a FOTO SCATTATE dalle stesse persone alle quali sono state poi RIMOSSE DAI SOCIAL PER “presunto plagio” e NON per copyright violato, come erroneamente si è portati a pensare: la rimozione coatta, quindi, di una proprietà intellettuale che a dire di alcune deliranti “creative” appartiene loro.
Questo si chiama Diritto di Autore nasce con l’opera (intesa come creazione materiale e non semplice idea) e per ottenerne i benefici legali necessita di una registrazione della stessa presso gli uffici competenti che ne esamineranno l’originalità (per essere approvato, un diritto di autore, deve attenersi a dei requisiti, primo fra tutti L ‘ORIGINALITA DELL OPERA) ne trascriveranno quindi la data di creazione che varrà come testimonianza del diritto stesso su futuri eventuali plagi.(leggi qui)
Ma credete davvero che tale principio può essere applicato ad una creazione di feltro di creative hobbiste la cui unica data certa è quella riportata dai social? Per favore….
E se qualcuno se lo chiedesse, nemmeno applicare il proprio marchio all’opera protegge quest’ultima dal plagio. Il Marchio serve per rendere i prodotti facilmente riconoscibili al consumatore e la sua registrazione, impedisce a terzi di applicare il logo su opere estranee all’azienda che ne è la proprietaria. Ciò comunque NON VIETA DI CREARNE DI SIMILI a meno che ovviamente non le si marchino con il logo dell’azienda stessa.. (leggi qui)
In sostanza si parla di decine e decine di foto PERSONALI fatte rimuovere dalle proprie pagine facebook e instagram perché l’oggetto riprodotto somiglia in todo o in parte ad un altro di cui si vanta una proprietà mai depositata presso gli uffici competenti, la cui durata varia in anni e può avere valore sul solo territorio NAZIONALE oppure anche INTERNAZIONE.
In parole povere: TUTTI I SOCIAL rimuovono le foto senza accertarsi se il PLAGIO/COPYRIGHT esista davvero o se sia frutto di “menti deliranti” che passano il tempo a girare da una pagina creativa all’ altra, al fine di scongiurare la pubblicazione di un manufatto simile al proprio (copiato, a loro volta. dalle creative brasiliane). Le rimuovono per non ricorrere in eventuali sanzioni nel caso in cui il diritto esista per davvero. Certo non potrebbero comportarsi diversamente. Verificare ogni singolo diritto di autore segnalato sarebbe impossibile. Meglio rimuovere e andiamo sul sicuro.
Le più fortunate si circondano di laboriose ancelle che a staffetta si passano, via messanger o via whatsup, l’immagine del post appena pubblicato dalla “copiona”. Una sorta di catena di sant’Antonio che avrà termine quando, anche l’ultima partecipante, si precipiterà a commentare, sotto tale foto, quanto “sia orribile questa versione copiata dalla pagina” della loro amica di feltro.
La Società del Mutuo Soccorso Feltrino insomma, non si cura affatto di accettarsi che il plagio esista davvero, se l’opera sia effettivamente registrata e quindi tutelata o che sia solo il frutto di farneticazioni. E nemmeno si chiede se la creazione da denigrare sia destinata al dono o al commercio (che qui attenzione la differenza è abissale). Il punto d’incontro sotto quella foto, è l’insulto pubblico, la gogna mediatica della mal capitata. Che poi sia una nonnina di 60 anni che cuce la ghirlanda per la nascita della nipotina oppure una ragazzina di 18 anni che crea per diletto, poco importa. E gogna sia se non hai chiesto il permesso di copiare!
Inizialmente non capivo il meccanismo di tutto ciò. Insomma se io la foto l ho salvata da Pinterest e non da una pagina personale, perchè non posso utilizzarla ai fini di riproduzione totale o parziale? Perchè qualcuna vuole impedirmi di realizzare una creazione per me? Poi lessi svariate risposte al riguardo: violente, saccenti e soprattutto infelicemente velenose
– “perche io non mi creo i cartamodelli di notte per farli copiare agli altri” (per poi scoprire che non li ha inventati affatto ma ne ha modificati di già esistenti, brasiliani ovviamente, e che alle creative di oltreoceano di tutto ciò non frega proprio niente e condividono col cuore)
– ” Perchè dovete avere le vostre idee, basta copiareeeeee” – con tante “e” come se non ci fosse domani – (ma poi tre giorni dopo le Picasso del Feltro pubblicano la stessa creazione che avevi visto su Brasilian Felt ma datata due anni prima)
e poi l’ultima, la mia preferita, che fa acqua da tutte le parti:
– “Perché io con i fiocchi ci campo la famiglia” ( poi però sulla sua bacheca trovi scritto questo):
“Tutte le creazioni qui presenti sono fatte a mano da me, espressione della mia creatività e personalità. Sono commercializzate in modo del tutto sporadico e occasionale e non necessitano di autorizzazione amministrativa e di conseguente emissione dello scontrino fiscale ai sensi di legge dell’art. 4 comma 2 lettera H del D.L. 114/98 del 31/03/1998
Le mie creazioni rientrano, quindi, nella casistica del suddetto articolo. Non sono pertanto obbligata ad iscrivermi a nessuno dei Registri presso la Camera di Commercio, obbligatori solo per gli imprenditori commerciali professionali, ne a rilasciare scontrini o ricevute fiscali.”

Insomma si crede che il semplice papiro in bacheca le escluda dal rilasciare ricevute NON fiscali per dimostrare di essere “hobbiste”….. Ebbene…. vi faccio scoprire l’acqua calda: non è così. Almeno nella mia città (Roma, poi da voi non so, magari siete residenti a San Marino o Città del Vaticano ed è diverso).
C’è una linea guida da seguire se si vuol vendere in qualità di hobbista e non basta inserire una litania in pagina facebook o sul proprio blog per escluderci dalle responsabilità verso l’Erario. Anzi, a mio avviso, è anche controproducente dichiarare di “lavorare sporadicamente – ossia massimo 30 giorni l anno” e poi pubblicare creazioni stile catena di montaggio. (leggi qui)
Quindi la famiglia la campi con questo lavoro ma poi in pagina dichiari che lo fai sporadicamente!
Lo sai che dovresti registrare presso il tuo comune di residenza il tuo impiego di artigiana/hobbista e rilasciare ricevute non fiscali, al fine di un controllo dell’ erario sui tuoi introiti, obbligati ad essere al di sotto dei 5000 euro annui, ma che se pubblicizzi online fiocchi nascita a 80 euro cadauno magari il tetto lo superi?
Insomma in questi due anni davvero ne ho viste tante e di ogni ne ho dette.
E non perché io sia coinvolta in questo delirio di onnipotenza ma perché ritengo che questi comportamenti terroristici rendano il mondo del feltro squallido quanto le varie citazioni, articoli, segnalazioni, e discussioni ad esso legati.
Sono una mente libera ed aperta al dialogo. Ma mai come da quando ho questo hobby questa mia libertà di pensiero è stata messa a dura prova.
Non voglio essere né lupo e né agnello, ma detesto chi al lupo alliscia il pelo ( a meno che non sia un bellissimo esemplare di lupo cecoslovacco o appenninico). Detesto chi si muove in branco avventandosi sul prossimo che indifeso dinanzi a cotanta cattiveria depone le armi e se ne va.
Ho visto pagine Facebook di bravissime creative italiane, chiudere per post presi d’assalto e commentati con insulti, inneggiando ad uno pseudo copyright/plagio o quant’altro di delirante si possa immaginare . Molto spesso la stessa creazione insultata non è nemmeno frutto d’ingegno italiano ma arriva dal Brasile o dai paesi dell’est: solo le bamboline con trecce o codini della bravissima Erica Catarina (nota creativa d’oltreoceano) avranno un milione di “plagi” in tutto il mondo feltrino, dei quali almeno il 50% vengono riprodotti in Italia. A farlo sono poi le stesse creative che inseriscono la “C” del copyright sulla foto dell’ opera per renderla “unica e non riproducibile senza autorizzazione”.

sentirsi a proprio agio
Scoperta
libertà di essere me stessa
Se qualche voce fuori dal coro fa notare questa fastidiosa bilancia, che ha due pesi e due misure a seconda di chi sia ad “ispirarsi” con o senza autorizzazione in carta bollata, vidimata e filigranata viene immediatamente messa a tacere, anche davanti all’ evidenza:
“Che scherzi? E’ vero che il cartamodello è quello, ma io ho #disegnatodame# le faccine” (gli hashtag vanno di moda adesso, quindi mi attengo)
Nei casi più squallidi, in alcuni gruppi social, il post viene addirittura rimosso dagli amministratori compiacenti, al fine di nascondere l’evidenza. Fortunatamente non tutti i gruppi di feltro sono così, anzi, almeno quelli in cui io pubblico, accade spesso il contrario, ossia un’onda enorme di solidarietà verso colei che dopo aver proposto l’idea viene aggredita per presunto plagio, ma il clamore dura poco perché essendo in minoranza, i due o tre esemplari usciti dal branco, se ne vanno con la coda tra le gambe..
Posso comprendere la rabbia che assale chi crea un manufatto e poi si ritrova una copia in vetrina alla metà del prezzo al quale lei lo avrebbe venduto. Accidenti, mi arrabbierei anche io! Ma se fosse frutto del mio ingegno per davvero però, non di un cartamodello acquistato in fiera o dal giornalaio, trovato in internet o passato da un’amica che lo ha scaricato da Feltro Facil e, soprattutto, se l’immagine del mio manufatto non l’avessi mai pubblicata su internet ma solo esposta in un mercatino o inoltrata via whatsapp al gruppo Mamme Classe 2B.
Qui si sta parlando di creazioni che oltre ad avere un’unica fonte creativa, il Brasile, vengono praticamente sbandierate in ogni angolo del web: dal proprio blog, ai gruppi Facebook, dalle vetrine di Instagram al più grande concentrato di ispirazione della rete: Pinterest.
Non si può controllare costantemente ciò che finisce on line, sarebbe come lanciare tante monetine nel mare e pretendere di tenere sotto controllo la corrente affinchè non le trascini via.
Ovviamente c’è chi ci riesce, chi vuole rincorrere queste onde. Come fa? Collegata ad un computer a fare segnalazioni e mandare messaggi minatori!
Caspita, io Erica Catarina, onestamente, non ce la vedo proprio a girar sui pattini del web, nei siti di tutto il mondo, a caccia delle sue bamboline.

Allora immagino che abbiamo necessità di fare chiarezza, prima di tutto su noi stesse.
Perchè riteniamo di essere copiate solo per un nostro dettaglio aggiunto ad un cartamodello totalmente diverso? Sicuri che fosse davvero nostro? Verifichiamolo su internet. Scommettiamo che quel dettaglio esisteva già? Magari non nel feltro, ma nel punto croce ed è stato preso da li ma tu non puoi saperlo troppo presa dall’onnipotenza creativa?
Chi ci sta copiando passo-passo? Una persona che crea per sè stessa? Una commerciante? Chi? Perchè anche questo è importante da sapere. Non è detto che tutto il mondo creativo debba per forza di cosa esporre merce ai mercatini o vendere alla vicina di casa. C’è anche chi crea per diletto, per i propri figli, per gli amici. Certo,può darsi che diventi un lavoro hobbista, ma al momento lo è? Vale la pena insultarla per il fiocco nascita di sua cognata Assunta?
Se poi riteniamo di essere copiate ai fini commerciali, e accade spesso, vale la pena mandare in giro le nostre foto nel web? Non sarebbe più opportuno limitarci al nostro blog ed alla nostra pagina facebook che già di per sè, per gli altri, sono una bella rete con la quale pescare?
Se le nostre foto vengono inserite su Pinterest, informiamoci se questo canale è il più giusto in cui pubblicizzare le creazioni. Perchè io utente lo utilizzo per trovare idee e non commercianti ai quali affidarmi, per quello ho Amazon, ho e-bay, ho miliardi di siti e-commerce dove scegliere tra centinaia di artiste alle quali SO che darebbe fastidio ritrovarsi copie mal riuscite della giostrina in feltro sulla mia pagina. Non Pinterest e non il web in generale alla fine, perchè appunto non possiamo obbligare le persone ad aver rispetto delle nostre “opere” se le lasciamo alla mercè del mondo intero.
Concludendo questo assurdo teatrino di “furti” citazioni e plagi mi sembra giusto dire che almeno nel feltro e pannolenci si è ormai “inventato” tutto. Io stessa ogni tanto credo di avere dei picchi creativi altissimi e poi tre giorni dopo… eccola li, realizzata magari un anno prima.
Mi faccio una risata e passo alla prossima. Magari sarò più fortunata.
La verità e’ che dovremmo imparare a prendere il giusto spunto da ciò che già esiste, personalizzarne i dettagli e avere l’umiltà di non credere che qualsiasi manufatto simile al nostro sia stato copiato. Non dovremmo arrogarci il diritto di insultare, chi vedendo la foto di una creazione online, decide di replicarla, magari per sè stessa.
Insomma senza fingere di sognare di notte caratteristiche per nuovi personaggi (che tanto, oltreoceano, lo sanno già che esistono). Scendiamo dal piedistallo sul quale siamo salite, solo perchè sappiamo tenere un ago in mano.

Ma se questa umiltà non vogliamo concederla allora non pubblichiamo in internet e teniamo tutto nel cassetto della scrivania. Ci saranno meno copie in giro, vivremo più serene e soprattutto daremo il buon esempio su come tutelare il proprio ingegno senza spendere una fortuna per il Diritto di Autore su ogni nostro progetto.
Concludo con una piccola nota:
Essere copiata è la più alta espressione di stima che possano attribuire alla nostra creativà!
Post bellissimo e mi sto davvero rotolando da ridere, cose del genere accadono in ogni settore davvero, poi non capisco tutta la cattiveria e l’invidia che non dovrebbero albergare in gruppi come questi, dove dovrebbero far da padroni gentilezza,condivisione e rispetto.
Nei gruppi stranieri che frequento non mi è mai capitato di dovermi difendere da alcunchè, mentre qui in Italia trovo molto difficile divulgare quello che faccio e di cui vorrei vivere, questo perchè molti o solo alcuni ti tagliano le gambe ancor prima di iniziare, si trasformano in veri 007 per farti i fatti tuoi, ti seguono, ti controllano, leggono improvvisamente quello che scrivi, mah non capirò mai nulla di tutto ciò infatti ho modificato alcune cose che dovrebbero darmi la visibilità che cerco, anche se non in Italia e questo mi dispiace, bell’articolo davvero complimenti !
Grazie 😍